Storia culturale della canzone italiana: non sono solo canzonette.

Storia culturale della canzone italiana: non sono solo canzonette.

Parlando in un’intervista del suo ultimo libro, Storia culturale della canzone italiana (Il Saggiatore, 218 pp., 38,00 euro), il musicologo Jacopo Tomatis, redattore de Il Giornale Della Musica e docente di popular music all’Università di Torino, ha detto: «L’idea è che una storia della canzone debba parlare soprattutto del suo oggetto, e non ridurlo a indizio per descrivere qualcos’altro, o a colonna sonora di un’epoca. Allo stesso tempo credo sia poco interessante fare una storia della canzone elencando opere e nomi, in una specie di sfoggio di erudizione: in fondo, per quello c’è Wikipedia… Al contrario, si può studiare la canzone partendo dal ruolo che ha avuto nella cultura, facendo attenzione a come le persone l’hanno ascoltata, suonata, a come ne hanno parlato e a che valore le hanno attribuito. Non vorrei che si pensasse che sono il primo: non è che manchino gli studiosi seri che si sono occupati di canzone, su tutti Franco Fabbri, il mio maestro, che non a caso è stato uno dei primi a portare questi studi in Italia. Tuttavia, sì: la canzone ha avuto un ruolo subordinato rispetto ad altre forme espressive – è uno dei temi del libro – al punto che non si è mai sentito il bisogno di farne una storia di ampio respiro, non dico “scientifica” ma almeno con le note a piè di pagina… In quale altra disciplina una licenza del genere sarebbe ammessa?» (cfr: https://www.iltascabile.com/linguaggi/specchio-canzone-italiana/). Pagine intense e molto interessanti.

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